In sintesi
Le origini della masseria Ferragnano risalgono al 1500, in seguito alla liquidazione da parte della Regia corte del territorio della Selva Monopolitana, di cui Locorotondo faceva parte. Il suo aspetto era molto diverso da quello attuale. La possiamo immaginare circondata da trulli e cummerse. Due secoli dopo, la masseria divenne di proprietà di Vitantonio Montanaro, dottore in legge, nato nel 1694 e prescelto come governatore di Martina Franca nel 1728. Non avendo avuto figli, il dott. Montanaro lasciò la masseria alla terza ed ultima moglie, Maria Maddalena Pinto, che in seconde nozze ebbe Francesco Caramia da Giuseppe Caramia di Martina Franca. Francesco Caramia rinnovò il complesso abitativo della masseria, edificando nel 1811, sotto la direzione dell'architetto locorotondose Giuseppe Campanella, il “casino” padronale con l'attuale scalone monumentale, la chiesa del 1812 e il “giardino pittoresco”, in fondo al quale costruì, nel 1833, un padiglione-belvedere da cui ammirare la campagna circostante e il campanile della Chiesa di San Giorgio, a quell'epoca rivestito di luccicanti mattonelle azzurre e bianche
Nel 1847 Francesco Caramia nominò suo erede universale Giovanni Basile, figlio di Martino Basile e di Carmela Calella, a patto che il piccolo Giovanni andasse a vivere presso Carmela Giovine, moglie di Francesco Caramia. Giovanni Basile Caramia continuò come il suo predecessore ad abbellire il giardino, facendo incidere nella pietra versi inneggianti alla bellezza e alla caducità della vita.
Alla sua morte, la masseria Ferragnano passò all'Opera Pia Basile-Caramia, essendogli premorto suo nipote Giovannino Basile, a cui aveva lasciato in eredità tutti i suoi beni. Con i soldi dell'opera pia fu costruita la scuola agraria, per istruire I figli degli agricoltori poveri del Comune di Locorotondo.
Il giardino della Masseria Ferragnano è un Giardino Monumentale all'Italiana, a pianta rettangolare, circondato da un lato da un alto muro di recinzione, con due ingressi laterali. Sono presenti otto aiuole, perfettamente simmetriche, circondate da siepi di bosso, al centro delle quali è presente una fontana. Lungo i viali, il giardino è abbellito da panche, colonnati, una coppia di putti e 34 busti lapidei baroccheggianti che simboleggiano I mesi dell'anno, le stagioni, le virtù e alcune ninfe e dee. Rendono ulteriormente prezioso il giardino i versi incisi su pietre e marmi.
Al termine del giardino, a coronamento di un percorso riservato nel verde, c'è un terrazzo con balaustre e torrini, concepito come un belvedere per spaziare sulla campagna circostante.
Dal 1995 il Giardino storico e alcuni locali al piano terra della masseria sono stati affidati all’Associazione Culturale Valle d’Itria Bonsai che ne ha fatto la propria sede e provvede alla continua manutenzione per renderlo fruibile sia per mostre e piccolo spettacoli che per la celebrazione di matrimoni con rito civile.